Ho lavorato con Brando Giordani per 7 mesi a TV2000, 7 mesi bellissimi.
Ho condiviso la stanza con lui da settembre 2007 ad aprile 2008, tutti i giorni della settimana.
Gli ho fatto domande sulla storia e sulle persone, abbiamo parlato di lavoro e di famiglia. Ho visto il suo metodo e ho cercato di impararlo. Ho ammirato la sua instancabile marcia.
Quello che dicono oggi i giornali è tutto vero: Brando è stato un genio, un gentiluomo, una persona intelligente e ironica, sensibile fino al punto di restare male.
Ha inventato metà della televisione che è entrata nella storia (lui ha voluto il Gesù di Nazareth di Zeffirelli, Credere non credere di Zavoli, Il Fatto di Enzo Biagi, Carramba in tutte le sue edizioni, Pronto? Raffaella, Odeon, Colosseum…).
Ma c’è una cosa, su tutte, per cui dico grazie a Brando: perchè non ha temuto di raccontare ai più giovani i segreti del mestiere.
Lo ha fatto con me e con tutti quelli che passavano a chiedergli qualcosa.
Non ho conosciuto nessun altro così geniale e così generoso!
L’attuale «A Sua Immagine del sabato» è nato con i suoi consigli. Ricordo una sera nel gennaio 2009, qualche settimana prima dell’avvio del nuovo format, a casa sua mangiando formaggio, perchè ero arrivato tardi e in modo imprevisto, e lui aveva già cenato, così mi fece preparare un vassoio solo per me, che pure gli avevo detto che non avevo fame, parlando dei dubbi che trovavo sulla costruzione del format su cui stavo lavorando, insieme con la redazione di A Sua Immagine.
E ricordo i suoi consigli talmente precisi e netti che spesso anticipavano le mie domande.
L’ultima volta l’ho visto a giugno, con mia moglie, sua moglie, suo figlio, sua nuora e suo nipote: in una serata che volle perché, a causa di una caduta, non era potuto venire al mio matrimonio. Per dire la sua bontà e la sua attenzione.
L’ho sentito poi a luglio, quando mi parlava di una sera con Sergio Zavoli andata avanti fino a notte fonda, nella quale il lavoro e giornalismo erano stati gli argomenti centrali. Per dire l’amore per questo lavoro.
E’ l’ultima volta che l’ho sentito.
Come per mio Papà, così per Brando continuo a sentirlo vicino. Come mi dicevano stamattina: «I nostri cari defunti non vivono accanto a noi, ma in noi. E sono tutti nell’Eucaristia: perchè vivono in Cristo, respirano in Cristo, senza separazione».
Per chi non lo sapesse Brando è il figlio di Igino Giordani, cofondatore dei Focolarini, per il quale è aperta una causa di beatificazione. E per chi non lo sapesse il nome Brando (Ildebrando) fu scelto per lui da mons. Montini, futuro Paolo VI, che lo suggerì al papà Igino.
Nella foto in alto: una pausa di Formato Famiglia, edizione 2007/2008, su TV2000.Brando Giordani in studio a darmi suggerirmento, durante un servizio. Si riconosce sulla destra Serena Magnanensi, oggi a La Vita in diretta su Rai 1.
Fortunello…ti avrà parlatoanche delsuo babbo per il quale si stà celebrando il processo di beatificazione. La stoffa Giordani è raffinata e preziosa, ti avrà lasciato un buono stampo. Un abbraccio.
Grazie, a nome di noi tutti, per essere venuto, con tua moglie, a trovare la famiglia di Brando, e per aver scritto queste parole semplici e sincere. Tutti fanno domande, sulla storia e sulle persone, ma pochi sanno rispondere, con frasi che soddisfano la curiosità e che restano in mente.
Ti rispondo in ritardo, che è un modo per assorbire nel sangue il dolore della morte. Brando è indimenticabile perchè è un uomo vero, coraggioso, creativo, di quelli che possono essere solo imitati. Sono venuto con mia moglie a portargli il nostro saluto e poi al funerale, perchè avevo bisogno di vedere con i miei occhi, che non è vero che non c’è più. E infatti: c’era una bara, ma accanto una famiglia. C’era una bara ma intorno una storia. C’era una bara, ma vicino una foto: quella del Papà Igino, maestro per Brando e segno di un modello di fede con la quale vivere questo momento di grande dolore. Grazie per il tuo messaggio.