LA VERGOGNA. Perchè al Museo mi sono vergognato

Utagawa Hiroshige
La mostra è bellissima. Però...

Domenica pomeriggio sono andato a vedere la mostra «Hiroshige. Il maestro della natura», al Museo Fondazione Roma, in via del Corso.

Bellissima. A cominciare da un allestimento fantasioso, coinvolgente, multimediale e interattivo.

L’arte di Hiroshige, di cui vi offro una mini-galleria durante questa lettura, è emozionante ma qui mi fermo perchè non essendo un critico d’arte, direi banalità, come quando bevo il vino e non uso altri aggetivi che gli infantili «buono», «non buono». Sappiate che mi sono emozionato.

Qual è il problema?

Qual è il problema?

E’ che all’uscita, dopo essermi calato per un’ora nella cultura giapponese ed essermi beato di un’opportunità come quella che un’ottima istituzione mi ha offerto, mi sono clamorosamente vergognato (c’erano infatti molti turisti stranieri). Perchè?

Utagawa Hiroshige (1797-1858) è uno dei più grandi artisti giapponesi
Utagawa Hiroshige (1797-1858) è stato uno dei più grandi artisti giapponesi

La ragazza addetta alle audioguide giocava a battaglia navale con quella addetta alla biglietteria, posta di fronte ad una distanza di almeno 3 metri: così per sentirsi, urlavano.

C4 urlando. B12, rispondeva. H6 faceva l’altra. R8, di rimando. Ad alta voce.

Guardavo ‘ste due tipe inorridito, dopo un’ora passata beatamente. I sussurri dei visitatori, che all’uscita commentavano la Mostra, erano coperti dai C7 e i B9. Si sentivano solo loro.

la Mostra
la Mostra

Lasciamo stare che due ragazze ventenni per passare il tempo (passare il tempo? ma quello è lavoro o no?) non conoscano altro godimento che battaglia navale – più pudicamente una accanto (sempre alle audioguide) compilava la Settimana Enigmistica. 

 

Hiroshige
Hiroshige

Lasciamo stare che non c’era un capo che ristabilisse il decoro. Ma possiamo accettare che un’istituzione come la Fondazione Roma Museo, nel cuore di Roma, capace di una mostra di così alto livello, riveli un volto tanto pecoreccio, che assolutamente non le appartiene?

Rosario Carello

11 commenti su “LA VERGOGNA. Perchè al Museo mi sono vergognato”

  1. E ti meravigli del “pecoreccio”?… Ma ci siamo dimenticati cos’era Roma prima del Grande Impero? Zona paludosa…dove l’attività agricola e pastorizia era per la maggiore…….Ci vuole davvero una conversione culturale per comprendere, noi per primi, che la Cultura Italiana nasce nella Magna Grecia e mentre nel Nord imperversavano i Barbari, nel centro si pascolavano le greggi, ill sud dava i suoi natali ai grandi della cultura classica e si iniziavano le prime “Universitas” (Cassiodoro docet!!).

  2. purtroppo,giusto che tutti debbano lavorare,
    non si bada più alla professionalità.
    prima,tutti precisini qualsiasi cosa pur di avere un lavoro poi……avutolo chi se ne frega,
    tanto nessuno ti controlla.mi chiedo è corretto
    non fare il proprio dovere ,se non c’è controllo
    il controllo, deve essere obbligatorio.e il lavoro dato a chi sa e vuole svolgerlo con coscienza.la sicurezza dell’acquisito non va

  3. Lavoro nella Pubblica Amministrazione da circa 20 anni. Non immaginate l’alto tasso di vagabondaggine e ignoranza che vi regna. E come vengono protette queste personenullafacenti! Niente ormai mi sorprende più.

  4. SPETT.LE DOTT.CARELLO LEGGERE ILRESOCONTO CRITICO DELLA MOSTRA DA LEI VISITATA E VEDERE ANCHE LE BELLISSIME IMMAGINI DEI DIPINTI GIAPPONESI HA SUSCITATO IN ME I RICORDI DELLA MOSTRA CHE HO VISTO QUALCHE ANNO FA DURANTE LE VACANZE NATALIZIE,SEMPRE AL MUSEO DI VIA DEL CORSO CHE RIGUARDAVA LE FAMOSE UOVA DI FABERGè. AH…UN CONSIGLIO RIFERITO ALLE VENTENNI CHE GIOCAVANO ALLA BATTAGLIA NAVALE “NON TI CURAR DI LORO MA GUARDA E PASSA….”

  5. Ciao Rosario,hai ragione a dire di esserti vergognato, penso a tanti giovani che da anni lottano per trovare un impiego,a chi ha perso il lavoro a causa della crisi e non sa come sfamare i propri figli. Certe persone dovrebbero ricordarsi di non dare niente per scontato, e ringraziare Nostro Signore per quanto hanno,perchè tutto è suo dono,anche il lavoro.Ringrazio Dio per quanti invece,ogni giorno,lo servono con il loro lavoro,e diventano immagine del suo amore.

  6. il rispetto verso il posto di lavoro e verso il prossimo comincia dalla famiglia. E nel prossimo futuro sarà peggio!!!!!!

  7. a volte mi vergogno di essere italiano, paese
    di navigatori, poeti e grandissimi artisti.
    Ma la colpa è di chi dovrebbe controllare e
    gestire sia il personale che le varie istituzioni.

  8. chiedo scusa se arrivo un po’ in ritardo ma ho letto solo ora la visita alla mostra giapponese – purtroppo da Milano non posso venire ad ammirarla, ma non è questo il punto. Purtroppo nella pubblica amministrazione sono tanti i casi come quello di queste due ragazze, e concordo: mi vergogno anch’io, e a maggior ragione, lavorando nel pubblico impiego, e in un ufficio aperto al pubblico 5 giorni su 5 con una affluneza media giornaliere di più di duecento persone…dove non si ha quasi nemmeno il tempo di andare ai servizi –
    grazie per l’attenzione e auguri per tutto e che Dio ti benedica
    patrizia
    milano, 5.12.2010

  9. Non ci dimentichiamo che la Fondazione Roma non fa parte della pubblica amministrazione, ma è una fondazione e quindi privata: come è scritto sul sito web “è la più grande fondazione italiana ex bancaria di natura associativa.”
    QUINDI non la confondiamo con la PA

  10. La battaglia navale finisce, la vera arte rimane per sempre. Inutile la meraviglia per il malcostume altrui e sparare su quelli che hanno lavori che non rispettano; più utile sarebbe stato farsi indicare un responsabile che sempre c’è in occasione di mostre e metterlo al corrente di ciò che stava accadendo o anche rivolgersi alle battaglianti facendo loro rilevare che stavano disturbando i visitatori. La cosa più grave è non avere protestato….l’eventuale conseguente “polverone” avrebbe sicuramente fatto cessare le ostilità e “svegliare” gli eventuali responsabili.

    RISPONDE ROSARIO CARELLO:
    Le assicuro che ha fatto più rumore questo post di qualunque altra forma di protesta. Saluti.

E tu che ne pensi?