Cerco voci da Reggio Calabria

Uno scorcio serale di Reggio Calabria
Uno scorcio serale di Reggio Calabria

Dobbiamo dare luce a Reggio Calabria.

Il ritrovamento del bazooka a scopo intimidatorio contro il procuratore Pignatone, gli attentati contro Di Landro e la Procura, le intimidazioni avvenute durante la visita del Presidente Napolitano, e in più in generale un clima di tensione perenne segnalato anche dalle minacce a colleghi giornalisti, ci impone una scelta.

Vorrei offrire uno spazio di discussione, commento, notizie da e su Reggio Calabria. Mandatemi notizie, foto, opinioni, voci. Pubblicherò tutto.

A chi è rivolto l’invito?

A tutti. A chi abita a Reggio e ha la possibilità di informare. A chi non è di Reggio ma vuole condividere. A giorni poi inizierà la 46a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, proprio a Reggio Calabria

Questa volta accendiamo le luci su Reggio Calabria.

Rosario Carello

4 commenti su “Cerco voci da Reggio Calabria”

  1. Come sempre i riflettori si accendono su fatti cronaca eclatanti.Capisco e comprendo.Pero’ la gente calabrese tutta,di Reggio e non vuole far uscir fuori il meglio ancor prima del peggio.
    Si parla sempre poco delle iniziative culturali e di tutto cio’ che di buono puo’ partorire una terra che e’ stata troppo tempo sterile .
    Quanti progetti si dolidarietà…..di vita…esistono in questa terra…..diamo luce acio’ che merita…..e il marcio sparira’ da se’

  2. IL DDL LAZZATI E’ FINALMENTE LEGGE DELLO STATO. (di Angela Altomare). Lo scorso 6 Ottobre il Senato ha approvato all’unanimità con 252 voti favorevoli e uno solo astenuto il ddl “Lazzati”, che impone il divieto di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misura di prevenzione per reati di mafia. Una battaglia lunga e tortuosa, durata ben 17 anni, quella della legge Lazzati, promossa e voluta dal “Centro Studi Lazzati” e dal suo fondatore, il giudice calabrese Romano De Grazia, ex magistrato della Suprema Corte di Cassazione. Arrivata in Parlamento con il sostegno bipartisan di oltre 100 deputati e di importanti cariche politiche ed istituzionali, rappresenta un segnale forte per spezzare il legame sempre più stretto di connivenza tra politica e criminalità. Un provvedimento normativo quello approvato che colpisce il voto di scambio politico-mafioso colmando una grave lacuna legislativa e sanando un’ anomalia tutta italiana . Se in precedenza veniva punita la sola “vendita” di voti in cambio di denaro, pur vigendo per i sorvegliati speciali per i reati di mafia il divieto di elettorato attivo e passivo, ossia di essere eleggibili e di votare, in quanto condannati, potevano però svolgere campagna elettorale in favore di candidati, ai quali dopo le elezioni chiedere favori e protezione. La Legge “Lazzati” supera questo paradosso, prevedendo il divieto per i sorvegliati speciali per reati di mafia di svolgere attività di propaganda elettorale, diretta e indiretta. Chi contravviene al divieto è punito con la reclusione da 1 a 5 anni, pena estesa anche al candidato che si avvale dell’aiuto del sorvegliato speciale, che per esser punibile dovrà esser a conoscenza della condizione di sorveglianza speciale di chi lo avrà aiutato e deve avergli richiesto avvalendosene concretamente, di svolgere propaganda elettorale in suo favore. Riconosciuto colpevole, il candidato verrà dichiarato ineleggibile e se eletto il giudice emetterà una dichiarazione di decadenza. Grazie alla nuova normativa, la cui importanza è stata riconosciuta con ampio consenso anche dagli operatori giuridici, come strumento importantissimo in uno Stato di diritto, si potrà intervenire per contrastare i fenomeni illegali già nella fase della campagna elettorale, con maggiore probabilità di evitare l’infiltrazione della criminalità attraverso il condizionamento del risultato elettorale nelle istituzioni, avendo un effetto dirompente sul sistema del malaffare.

E tu che ne pensi?