Alla faccia della crisi di cultura

Il titolo del Convegno del Progeto Culturale
Il titolo del Convegno del Progeto Culturale

Il successo di «A Sua Immagine Giornale»

La conferma di «Più Libri più liberi»

Il boom dell’editoria religiosa

E l’enorme pubblico per il convegno «Dio oggi»

Altro che crisi di cultura

 

 

 

10/12 DICEMBRE. 3 giorni di lavori a Roma
10/12 DICEMBRE. 3 giorni di lavori a Roma

Metto in fila alcuni episodi che hanno movimentato le ultime settimane: sono cose fra loro diverse ma in un certo senso unite.

Ad «A Sua Immagine» lanciamo un giornale con il commento dei Vescovi italiani al Vangelo del giorno ed è boom di iscrizioni.

A Roma decine di migliaia di persone pagano, per l’ottavo anno, un biglietto per entrare alla Fiera «Più libri più liberi» e comprare i libri dei piccoli e medi editori. Nell’ultimo anno l’editoria religiosa, con titoli importanti, è diventato un settore trainante. E infine il successo del Convegno del Progetto Culturale, «Dio oggi. Con Lui o senza Lui cambia tutto»: 1500 persone per 3 giorni all’Auditorium Conciliazione di Roma con 50 relatori.

Non è crisi di cultura,anzi: c’è un movimento nuovo, anticiclico rispetto alla crisi economica, e il mondo cattolico di questo movimento mi pare motore.

4 commenti su “Alla faccia della crisi di cultura”

  1. Ho avuto la possibilità di partecipare al Convegno della Cei e devo dire che è stata una bella esperienza di una Chiesa viva e dinamica, una Chiesa che fa cultura e che in questo modo percorre una nuova stada di gratuità. Condivido perciò quanto scivi. Un evento grande anche per i relatori che vi hanno preso parte. Apprezzo la scelta di parlarne domenica ad A sua immagne. Buon Natale

  2. Riprendo quanto leggo sull’Espresso del 07 gennaio 2010 pp. 26-27 in un’inchiesta, come viene definita, di Marco Damilano: “Prima nella Cei c’era un uomo solo al comando, Ruini. Ora è stato confinato a organizzare i convegni del progetto culturale della Cei. L’ultimo, sul tema “Dio oggi, con lui o senza di lui cambia tutto”, scritta bianca e oro sopra un cielo blu con stelle e cometa, perfetto sfondo da marketing natalizio, è stato preso in Vaticano come un canto del cigno”.
    Mi chiedo se l’autore di questo pezzo è stato davvero presente al Convegno, per descriverlo con tanta dovizia di particolari e se ha teso bene le orecchie durante la relazione del card. Ruini, interrotta dagli applausi di una platea non certo servile. La domanda sorge perchè dinanzi alla lucidità intellettuale con cui don Camillo ha presentato il tema del Convegno mi sembra davvero irrispettoso parlare di canto del cigno e ancora di più attribuire questa metafora all’oltre tevere.

E tu che ne pensi?