Archivi tag: Natale

Natale, il commento di padre Ermes Ronchi

Da AVVENIRE – La storia ricomincia dagli ultimi

Natale del Signore Messa della notte 

– In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra (…) Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio (…)

A Natale non celebriamo un ricordo, ma una profezia.

Natale non è una festa sentimentale, ma il giudizio sul mondo e il nuovo ordinamento di tutte le cose.

Quella notte il senso della storia ha imboccato un’altra direzione: Dio verso l’uomo, il grande verso il piccolo, dal cielo verso il basso, da una città verso una grotta, dal tempio a un campo di pastori.

La storia ricomincia dagli ultimi. Mentre a Roma si decidono le sorti del mondo, mentre le legioni mantengono la pace con la spada, in questo meccanismo perfettamente oliato cade un granello di sabbia: nasce un bambino, sufficiente a mutare la direzione della storia.

La nuova capitale del mondo è Betlemme. Lì Maria diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia… nella greppia degli animali, che Maria nel suo bisogno legge come una culla.

La stalla e la mangiatoia sono un “no” ai modelli mondani, un “no” alla fame di potere, un no al “così vanno le cose”. Dio entra nel mondo dal punto più basso perché nessuna creatura sia più in basso, nessuno non raggiunto dal suo abbraccio che salva.

Natale è il più grande atto di fede di Dio nell’umanità, affida il figlio alle mani di una ragazza inesperta e generosa, ha fede in lei. Maria si prende cura del neonato, lo nutre di latte, di carezze e di sogni. Lo fa vivere con il suo abbraccio. Allo stesso modo, nell’incarnazione mai conclusa del Verbo, Dio vivrà sulla nostra terra solo se noi ci prendiamo cura di lui, come una madre, ogni giorno.

C’erano in quella regione alcuni pastori… una nuvola di ali e di canto li avvolge. È così bello che Luca prenda nota di questa unica visita, un gruppo di pastori, odorosi di lana e di latte… È bello per tutti i poveri, gli ultimi, gli anonimi, i dimenticati. Dio riparte da loro.

Vanno e trovano un bambino. Lo guardano: i suoi occhi sono gli occhi di Dio, la sua fame è la fame di Dio, quelle manine che si tendono verso la madre, sono le mani di Dio tese verso di loro. Perché il Natale? Dio si è fatto uomo perché l’uomo si faccia Dio.

Cristo nasce perché io nasca. La nascita di Gesù vuole la mia nascita: che io nasca diverso e nuovo, che nasca con lo Spirito di Dio in me. Natale è la riconsacrazione del corpo. La certezza che la nostra carne che Dio ha preso, amato, fatto sua, in qualche sua parte è santa, che la nostra storia in qualche sua pagina è sacra.

Il creatore che aveva plasmato Adamo con la creta del suolo si fa lui stesso creta di questo nostro suolo. Il vasaio si fa argilla di una vaso fragile e bellissimo. E nessuno può dire: qui finisce l’uomo, qui comincia Dio, perché Creatore e creatura ormai si sono abbracciati. Ed è per sempre.

(Letture: Isaia 9,1-6; Salmo 95; Tito 2,11-14; Luca 2, 1-14).

 

#segnidiavvento del card. Ravasi

La foto che vedete è stata inviata pochi istanti fa via Twitter dal cardinale Gianfranco Ravasi utilizzando l’hashtag #segnidiavvento, con il commento: «Sta per arrivare».

E’ un’immagine che giunge direttamente dalla Basilica di San Pietro e che ci permette di stare dentro un luogo per tutti così caro. In più, provenendo dal cardinale Ravasi onora tutti noi che dall’inizio dell’Avvento stiamo raccogliendo i segni di questo tempo straordinario e ne stiamo facendo un racconto collettivo. Per questa attenzione particolare alla comunicazione, ringraziamo di cuore il cardinale.

Come ogni festa che sta per raggiungere il suo apice i #segnidiavvento sono ormai  tanti e in mezzo a noi: continuate a raccontarli, a fotografarli, a filmarli: ne stiamo facendo una preziosa collezione.

Nell’homepage del mio blog la diretta twitter con gli ultimi 30 #segnidiavvento arrivati.

 

Continua #segnidiavvento: ora le foto!

Continua il nostro racconto collettivo #segnidiavvento.

Dopo 3 settimane possiamo dire che la maggior parte dei messaggi e quindi dei segni, sono arrivati 1) via Twitter e 2) su questo sito. Bene!

Ora facciamo un passo avanti: proviamo a condividere foto e video? Inviate su Twitter i presepi che vedete (o che fate), oppure altri segni a vostra scelta e il racconto collettivo in vista di Natale si arricchirà di immagini.

Vi aspetto!

Raccontiamo i #segnidiavvento

Propongo un racconto corale chiamato Segni d’Avvento, per dare corpo a questo periodo che rischia di essere altrimenti un’anonima appendice alla grande festa del Natale.

Nelle vostre giornate cosa vedete che ha il sapore anticipato del Natale? Cosa lo prepara? Cosa vi colpisce, cosa vi desta, cosa vi sveglia?

L’ambiente da raccontare è la strada, la famiglia, il lavoro, ma anche le vostre personalissime sensazioni… Fate voi!

Tutto quello che vedete e che ricollegate al Natale in arrivo, cioè questo bellissimo e bistrattato mese di Avvento, condividetelo.

Su Twitter con l’hashtag #segnidiavvento, su Facebook condividendo e rilanciando i vostri racconti chiamati SegniDiAvvento e sui vostri blog cucendo il tutto come vi pare.

Usiamo le parole, le foto, le immagini, le voci, ma diamo sostanza di esperienza e di cultura a questi giorni.

Proviamo.

Rosario

 

“Segni di Avvento” è un racconto corale.