SPIRITUALITA’. Gesù e Pilato. Due modi di essere uomini

NOVITA'. Su questo sito ogni venerdì una meditazione al Vangelo della Domenica
MEDITAZIONE. Commento al Vangelo della Domenica

Come ogni settimana il Vangelo di domenica

 «Pilato è l’uomo del potere e della paura».

«Gesù è l’uomo della libertà».

Il commento di padre Ermes Ronchi per Avvenire

Gesù e Pilato. Due modi di essere uomini

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario

Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re Dell’universo – Anno B

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

 

Pilato e Gesù uno di fronte all’altro. Pilato è l’uomo del potere e della paura insieme, per paura consegnerà Gesù alla morte, contro il suo stesso parere.

Gesù invece è l’uomo della libertà. Lo leggiamo nelle sue risposte così franche e nitide. Allora chi è più uomo

Due volte Pilato domanda: Tu sei re? Gesù risponde che il suo Regno non è di quaggiù, e lo mostra attraverso due caratteristiche che si oppongono a violenza e inganno, la duplice logica di ogni potere, i due nomi del Nemico dell’uomo.

I regni di quaggiù si combattono, il potere ha l’anima della guerra, si nutre di violenza.

Gesù non ha mai arruolato eserciti, non è mai entrato nei palazzi dei potenti, se non da prigioniero.

Metti via la spada, ha detto a Pietro, altrimenti la ragione sarà sempre del più forte, del più violento, del più crudele.

Per i regni di quaggiù l’essenziale è vincere, ma Lui dice: nel mio Regno l’essenziale è dare.

Non c’è amore più grande che dare la vita per quelli che si amano. Il dono e non la rapina sono il perno della storia.

Padre Ermes Ronchi
Padre Ermes Ronchi

La seconda caratteristica è la verità

: sono venuto per rendere testimonianza alla verità. Prima di tutto alla verità di Dio: il volto vero di Dio è un crocifisso amore, disarmato amore, risorgente amore.

E poi la verità dell’uomo: il volto vero dell’uomo è fatto di libertà e di fraternità, luminoso, veggente, amante. Come aveva proclamato a Nazaret: Sono venuto ad annunciare la libertà ai prigionieri, la luce ai ciechi, ai poveri che sono loro i principi, ai costruttori di pace che sono loro i signori della terra.

Cristo è re perché la sua figura è generativa di umanità; perché innesta bisogni inediti, crea una tensione a fiorire, un avanzamento dell’umano, una intensificazione della vita.

Ogni credente ha ricevuto nel battesimo lo stesso potere. Ad ognuno il sacerdote ha detto: Tu sei re, ti è affidata una porzione di mondo, la devi reggere con saggezza e con giustizia. Alle tue mani è consegnata una porzione di storia perché tu la faccia fiorire di libertà e di tenerezza.

Re secondo Cristo è chi disarma il proprio cuore, chi smaschera gli inganni, le menzogne e gli idoli del nostro vivere. È re chi giudica l’arroganza, chi è libero nella verità, chi si prende cura d’altri. È re chi sa amare, perchè l’amore possiede l’eternità.

Venga il tuo Regno, Signore, e sia bello come i sogni, sia intenso come le lacrime di chi visse e morì nella notte per costruirlo.

padre Ermes Ronchi per Avvenire

(Letture: Daniele 7,13-14; Salmo 92; Apocalisse 1,5-8; Giovanni 18,33b-37)

E tu che ne pensi?