Ricordo quando d’inverno non si vendevano gelati. (Cosa ci siamo persi per anni!).
Ricordo che quando giocavamo a calcetto era tutto un “Passala! Passala!”, “Guardami! Guardami!”, “Ci sono! Ci sono!”. Campioni col sudore degli altri.
Ricordo grandi personaggi del calibro di Enzo Biagi e Federico Fellini, magnificare, con nostalgia, le case chiuse, in cui s’iniziarono alla sessualità. Ricordo che provai un grande dispiacere per loro. E in quel loro magnificare, una profonda delusione.
Ricordo i buchi della tonaca di don Oreste Benzi.
Ricordo l’angolo dei 45 giri nei negozi di dischi.
Ricordo le torte di quando ero bambino: erano fatte per essere mangiate. Quelle di oggi, mi pare, per essere fotografate.
Ricordo Wisława Szymborska: «Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne».
Ricordo, sì, io mi ricordo.