Come i milanesi non siedono accanto ai pachistani

rosa parksLa Lega vuole posti riservati ai milanesi sui mezzi pubblici. Gran putiferio, ma esistono già. “Il posto vicino al suo – scrive Roberto Bianchin su La Repubblica, parlando di un immigrato pachistano – resterà vuoto per tutto il viaggio nel vagone affollato, da Abbiategrasso a Cologno, linea verde, treno 2518 delle cinque del pomeriggio”. Vuoto nel vagone affollato. Vuol dire che i milanesi preferiscono stare in piedi che sedere accanto ad uno straniero? Una signora, che  protesta per i pochi posti vuoti, urla: “Mica è razzismo, il fatto è che ormai il metrò lo prendono più loro, gli immigrati, di noi, e  specie certe ore, la sera, c’è da aver paura”.

Anche a Roma fecero così, un anno e mezzo fa: lì si parlava di scuolabus e di bambini. I bimbi italiani sul pulman A e i piccoli rom su qullo B verso la stessa scuola, per ora. Non è mai razzismo. Almeno avessero il coraggio di chiamarlo così.

Io in metro accanto agli stranieri mi sedio. E chi non lo fa per me è razzista.

2 commenti su “Come i milanesi non siedono accanto ai pachistani”

  1. anche a Foggia hanno bus diversi tra italiani e stranieri che vanno al CARA. come se già non fosse triste e deprecabile la condizione di chi va nei centri di accoglienza o identificazione… ora anche al Sud li dividiamo da noi.
    io pure sul bus mi siedo accanto a chiunque.
    e spesso sono gli italiani a farmi ribrezzo…

E tu che ne pensi?