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Gli interventi sul blog di Rosario Carello

LE RAGAZZE DELLA GUERRA

Il simbolo di tutte è diventata Ceylan Ozalp, 19 anni, quella vedete qui sopra.  Si era sparsa la voce che si fosse uccisa, pur di non finire nelle mani dell’ISIS, addirittura una tv americana ne aveva fatto un cartoon: aveva trasformato in grafica animata, con qualche licenza di troppo, la sua vicenda. Tutto falso, pare. Ma tutto verisimile. Contro l’ISIS i curdi schierano anche un esercito di ragazze, motivato e convinto. Ma sono ragazze, giovani, come i loro coetanei uomini.

Narin, per esempio.  Attraverso un blog ha scritto alla mamma (e mi domando se lei lo leggerà mai): «Sto bene mamma. Ieri abbiamo festeggiato il mio 19esimo compleanno». Il mio amico Azad (cioè libertà, ndr) ha cantato una bella canzone sulle madri. Ho pensato a te e ho pianto. Azad ha una bella voce, piangeva mentre cantava. Anche a lui mancava sua madre, non la vede da un anno».

Donne soldato curde6
Ragazze curde in guerra

 

La magia del libro – VIDEO

Sarà che, con un Papà editore, ho frequentato le tipografie fin da piccolo (me ne ricordo una in centro, dove oggi c’è, pensa un pò!, una profumeria); sarà che tra la fine degli anni ’70 e la fine degli anni ’90 le ho viste profondamente cambiare; sarà che il libro è un oggetto che pure appena stampato è già carico di storia, ma considero questo video su come nasce un libro, una delle cose più belle e più affascinanti viste di recente.

RIO CONTRO RAI

La Rai veste il Cristo di Rio de Janeiro con la cosa più preziosa che abbiamo (la maglietta della Nazionale) e la diocesi di Rio s’offende. Rio contro Rai.

Uno scherzo? No, una bruttissima storia, nella quale la diocesi dice: “Sì, lo spot della TV italiana è offensivo ma in cambio di 7 milioni di euro, l’offesa si sana“. Lo dico da cattolico: questo monetizzare, a nome di Gesù, il lavaggio dell’offesa è quanto di più offensivo questa vicenda ci offra.

Ma cosa ci fanno un vescovo, una diocesi, impelagati in questo mercanteggiamento, “7 milioni sì e la chiudiamo qui, 6 milioni no, è troppo poco”? Questo è il triste terreno degli avvocati, ci campano solo loro in queste vicende, li lasci stare il vescovo, corra via e faccia il vescovo, cioè guardi dall’alto di quella meravigliosa statua del Cristo non solo la sua bellissima città ma osservi tutto il mondo, che guarda – questo è il miracolo – a quel Cristo come un simbolo universale delle cose migliori. La Rai non ha venduto un prodotto (e non ha incassato un centesimo da quello spot), ha solo contestualizzato un evento mondiale e lo ha fatto, in barba ad ogni secolarizzazione, con l’immagine più bella di Rio, che è Gesù.

Ma cosa vuole la diocesi di Rio? Confinare Gesù nelle processioni? Nei riti? Chiuderlo nelle chiese? O lasciare alle Oba Oba e al carnevale il ritratto della città?

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PROCESSO AI GIORNALI

Parlo da lettore e non da giornalista. Ma com’è possibile che il “sindaco più amato d’Italia”, come chiamavano il primo cittadino di Pavia, Alessandro Cattaneo, perda al ballottaggio?

O è davvero il più amato (e allora vince), o non è il più amato e allora tutto è possibile, anche che perda. Ma che credibilità hanno certe formule, certe inchieste, in quel caso era il serissimo Sole 24 Ore, certi modi di dire tanto amati dalla mia categoria?

E così se dopo il primo turno furono messi in discussione i sondaggi, ora dovremmo fare lo stesso processo alle trite formule giornalistiche e ai loro autori.

IL 2 GIUGNO A VICENZA

Ho passato il 2 giugno a Vicenza, invitato dal Festival Biblico a parlare della “Parola raccontata”, insieme con don Giacomo Perego, direttore editoriale della San Paolo (in pratica il mio editore), suor Rosaria Aimo, paolina delle origini e don Ampelio Crema, presidente del Festival Biblico e padrone di casa. Sono stato bene, dalle foto si capisce.